La notizia è stata diffusa dall’Università di Göteborg, i cui ricercatori hanno descritto una nuova tecnica, il Deep Learning, per analizzare le immagini prelevate con i microscopi che potrebbe “cambiare radicalmente la microscopia e aprire la strada a nuove scoperte”.

Questo nuovo strumento utilizza quello che è a tutti gli effetti un incredibile potenziale, quello del deep learning, come riferisce Benjamin Midtvedt, uno studente di dottorato in fisica nonché principale autore dello studio pubblicato su Applied Physics Reviews.
Lo strumento semplifica una delle fasi più importanti per quanto riguarda gli algoritmi di machine learning, quella relativa all’addestramento dello stesso algoritmo.

La produzione dei dati e l’immissione all’interno dell’algoritmo viene infatti eseguita manualmente: “Ciò consente di estrarre rapidamente più dettagli dalle immagini del microscopio senza la necessità di creare un’analisi complicata con metodi tradizionali. Inoltre, i risultati sono riproducibili e possono essere recuperate informazioni specifiche personalizzate per uno scopo specifico”, spiega lo stesso Midtvedt, fiducioso che questo nuovo metodo possa rivelarsi molto utile in futuro soprattutto in ambito medico, ad esempio per analizzare le infezioni in una cellula e per capire e classificare tutti i meccanismi di difesa delle stesse cellule, dati molto utili per sviluppare nuovi farmaci.