I big data saranno necessariamente di aiuto allo studio sui vaccini contro il Covid-19 che potranno essere anche migliorati grazie alla elaborazione e all’interpretazione di grandi moli di dati. I flussi massivi di queste informazioni saranno poi elaborati utilizzando algoritmi di Intelligenza artificiale e Machine learning in grado di incrementare le probabilità e la velocità del processo di scoperta di quelle sostanze attive da utilizzare per lo sviluppo di nuove terapie.
Ormai, come dichiarano molti esperti, esistono almento tre modi in cui i big data stanno trasformando in modo radicale la lotta contro le malattie infettive.
In primis l’uso dei genomi e la lettura del DNA. Infatti è proprio attraverso la lettura dei dati genomici, in un approccio nato in Italia e chiamato “reverse vaccinology” che viene interrogato il genoma virale contro il quale sviluppare il vaccino.
Il secondo metodo avviene attraverso l’analisi dei grandi dati che possiamo raccogliere dal corpo umano, nel vedere come risponde alla vaccinazione. Leggendo una mole enorme di dati possiamo capire meglio qual è l’effetto che un vaccino genera nell’individuo. Il terzo modo riguarda l’uso dei vaccini quando questi diventano disponibili alla popolazione. Oggi abbiamo un’infinità di dati che possiamo raccogliere sulle abitudini delle persone, sulle informazioni che si scambiano, sul modo con cui preferiscono prevenire i rischi che si trovano davanti, e questo può avere un fortissimo impatto in particolare per gli enti di salute pubblica come l’Istituto Superiore di Sanità in Italia.
Insomma i big data contribuiscono e contribuiranno sempre più allo sviluppo e all’innovazione anche nel campo vaccinale.